Autonomia Differenziata

Del piangere e fottere

Il Corriere: Autonomia Differenziata

Al lettore gli ulteriori approfondimenti. Ascoltavo Radio Radicale e gli interventi parlamentari sull’argomento. A me sembra incredibile che ci sia gente, di più, Deputati e Senatori, che per mestiere e indole personale siano cosi avvezzi alla commedia.

Ci dovremmo domandare perché qualcuno non dovrebbe volere la “autonomia”. La risposta è una sola. Non si desidera la “autonomia” perché si preferisce la “tutela”.

In entrambi i casi necessariamente bisogna dare per avere. Con la autonomia si risponde delle proprie decisioni e azioni, con la tutela non si risponde di nulla ma ci si trova costretti nei limiti delle decisioni e azioni di altri.

Evidentemente chi preferisce la tutela considera maggiore il beneficio che gli viene dal non avere responsabilità rispetto al peso imposto dalle decisioni altrui. Il che ha senso solo quando la tutela è stata concepita apposta per creare una clientela e quindi per favorire i tutelati a scapito di altri. Se i “Meridionali” si trovassero a mal partito, vessati, sfruttati, sarebbero i primi a volersi liberare dal giogo ma evidentemente se vogliono conservare lo status quo è perché ci si trovano bene, lo considerano conveniente.

Parte della commedia vuole che mentre si affermi che l’Italia non può progredire senza che il Sud progredisca, non si possa concludere logicamente che il Sud è un peso per l’Italia. Non è un peso tanto perché ingoia risorse a perdere quanto perché, visto che questa condizione gli risulta comoda, non ha motivo di fare o essere altro. Allora parte la commedia del mendicante, il finto orbo, il finto storpio. Quanto sono odiosi quelli che pretendono egoisticamente di trattenere per se le risorse invece di dividerle con i bisognosi. Se non che il giochino ha stancato e diventa via via meno tollerabile quando l’Italia, superato da un pezzo il culmine del “boom economico”, si trova in una fase di transizione e di declino, in un gioco di forze e poteri su scala “globale”.

Guarda un po’, con la “autonomia” se vuoi pagare migliaia di “forestali” per leggere la Gazzetta e curare l’orto nella casa di campagna abusiva, liberissimo di farlo ma ti tocca pagarli di tasca tua, cioè devi imporre una tassa regionale. Se prendi i finanziamenti statali e invece di spenderli in strade, scuole, ospedali, eccetera, li spendi altrove, liberissimo di farlo ma poi non potrai lamentarti che mancano strade, scuole, ospedali oppure, ancora, dovrai imporre delle ulteriori tasse regionali.

In teoria si potrebbe anche andare nella direzione opposta, cioè invece di rendere “autonome” le Regioni, si potrebbero equiparare le “tutele” e farci tutti “Meridionali”, completare il processo di “meridionalizzazione” con cui si è cancellato di fatto il Risorgimento per riportare l’Italia alla condizione di colonia. E’ un po’ il progetto della “devoluzione” delle prerogative degli Stati Nazionali alla famosa “Europa”. Infatti, banalmente, il Conte dei M5S invoca il “Reddito di Cittadinanza Europeo” in sostituzione di quello “italiano”. Se l’Italia non vuole o non può più sostenere il peso del Sud col “piangi e fotti”, vediamo se riusciamo a venderci a Franza e Spagna.

Probabilmente per capire, per condividere, questo modo di vedere la vita bisogna nascere in un certo contesto, altrimenti risulta del tutto alieno.

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