Riassunto delle precedenti puntate. Il “neo-classicismo” e l’ossessione per la “romanità” dipendono dalla esigenza per chi ha l’ambizione di creare un qualche “impero” di nobilitarsi tramite il riferimento ad antenati illustri, ad un passato glorioso. Non importa se è tutta una cosa inventata, di fantasia, l’importante è che, a forza di ripetere di continuo, la gente alla fine ci creda, lo assuma al solito come “dato di fatto”.
Ci sono diversi esempi ovvi. A Milano costruirono un finto “arco di trionfo” in onore di Napoleone imperatore, con tanto di viale prospettico che puntava verso Parigi. La romanità fu poi ripescata dagli intellettuali del Risorgimento per dare un senso all’Italia unita e da li passò alla propaganda che doveva motivare gli Italiani del Piave e dal Piave si arrivò necessariamente al Fascismo. Contrariamente alla vulgata, le scuri con attorno le verghe, cioè i “fasci”, non simbolizzavano il Popolo e il Senato, invece erano il simbolo della Magistratura, perché le verghe servivano per le punizioni corporali dei condannati e le scuri per la decapitazione. Anche i Tedeschi del Novecento, riprendendo certe idee dei loro antenati, pensavano di essere destinati a rifondare l’Impero Romano, il famoso “Terzo Reich”. Dopo quello antico e il Sacro Romano Impero. Da cui un rapporto ambiguo e concorrenziale con la “romanità” di Mussolini.
Oggigiorno la fissazione per la “romanità”, che viene martellata di continuo sulle masse disinformate e diseducate dipende dalla idea che gli USA siano la “Nuova Roma”.
Date le ragioni della Massoneria Apolide non può essere una “romanità” autentica, nel senso di coerenza storica. E’ necessariamente una versione stravolta che deve essere conforme all’attuale “Politically Correct”.
Ecco quindi che il signor Cazzullo viene invitato in un “talk show” sulla rete La7 a raccontarci di come i Romani fossero “inclusivi” e assolutamente non “razzisti”. In sostanza Cazzullo ci vende una specie di “Roman Dream” tale quale allo “American Dream” e lo “jus soli” e il “migrante”. Prima ancora il signor Angela, con l’autorità di chi racconta i documentari della RAI, mi dice di come i Romani fossero tutti “bisessuali” e i pochi “eterosessuali” fossero guardati male. Le donne romane “emancipate”, eccetera.
Non è questa la sede per un trattato storico sui mille anni dei Roma. Faccio solo poche considerazioni elementari. Primo, i Romani consideravano normale il genocidio e l’hanno entusiasticamente praticato per tutta la loro storia. La “potenza di Roma” si concretizzava nell’invadere le terre degli altri Popoli, sterminarne la maggior parte ed in particolare le persone colte in modo da eradicarne la cultura, rendere schiavi i superstiti per deportarli in giro per i dominii romani a lavorare nei latifondi. La Pax Romana consisteva nel fare il deserto, tabula rasa e poi colonizzare ripetendo all’infinito lo stesso modello, tanto che l’Europa antica era costellata di città romane tutte uguali, costruite ex-novo.
La “cittadinanza romana” non veniva concessa per filantropia a chi entrava nei dominii di Roma, non era “accoglienza” ed “integrazione”. Al contrario, la cittadinanza veniva estesa agli abitanti delle terre “romanizzate” col sistema descritto sopra, cioè terre in cui la “romanità” veniva imposta con la spada, chi resisteva veniva ucciso, i familiari fatti schiavi e la sua terra assegnata a qualcun altro. Non a caso i militari venivano premiati proprio con la spartizione delle terre conquistate.
Gli antichi non scelsero di parlare tutti latino perché era una bella lingua o per convenienza, dovendo commerciare o studiare. Parlavano latino perché era la lingua del conquistatore e la loro lingua, se non era dimenticata perché la popolazione sterminata, diventava un dialetto parlato in casa ed estromesso da tutte le occasioni pubbliche ed ufficiali.
Veniamo al concetto della “razza”. Il fatto è che tra l’assoluta normalità del genocidio praticato dai Romani e il genocidio praticato dalle Potenze europee degli imperi coloniali c’è una differenza. Il Cristianesimo.
Infatti gli Europei contemporanei non discendono dai mille anni di Roma, nemmeno gli Italiani. Discendono dai successivi mille anni del Medioevo.
Durante il Medioevo tutti gli Europei erano cristiani. Di una fede cieca ed assoluta, in mancanza di altri riferimenti. Quindi avevano la necessità di giustificare le proprie azioni davanti a Dio. Il famoso “Dio lo vuole” delle Crociate o il “Gott mit uns” dell’Ordine Teutonico. L’alternativa era la colpa, il pentimento e l’espiazione, per cui i ricchi scontavano i peccati attraverso le donazioni alla Chiesa.
La “razza” è un concetto necessario alle colonie europee, infatti rende conto ai Cristiani della ragione per cui è legittimo impossessarsi delle terre altrui e asservire il prossimo. Dio ha creato le “razze” quindi ha prestabilito un determinato ordine nel mondo. Nel creare gli imperi coloniali gli Europei non facevano che attuare il disegno divino. Altrimenti per quale ragione quando gli Europei arrivano nelle Americhe loro hanno corazze di acciaio e archibugi e gli indigeni invece non conoscono la ruota e usano armi con le punte di pietra scheggiata? E’ evidente che gli uni sono predestinati a dominare e gli altri ad essere sottomessi. Per non parlare dei tratti somatici. Tutti sanno che Gesu era un franco alto, biondo, coi capelli lunghi, barba lunga e baffi. Basta guardare i dipinti e i crocefissi nelle cattedrali. Niente di più diverso dagli Africani i quali poi non hanno città e templi ma vivono vicino alla terra. Dio ovviamente predilige gli Europei.
I Romani non avevano bisogno di scuse come la “razza” per sterminare i Popoli, semplicemente era il predatore che divora la preda, un meccanismo naturale. Cosi come, venendo alla omosessualità e, incidentalmente, alla pedofilia, era naturale che il forte si imponesse sul debole, quindi il romano, quando non distingueva tra uomini, donne e bambini, doveva sempre essere il soggetto dominante su un oggetto dominato. Viceversa, la debolezza, il farsi dominare da altri, era indegno del romano. Quindi altro che “amore libero”. Tra l’altro i Romani non praticavano la Colpa dei Cristiani, il peccato. Praticavano invece la Responsabilità, l’idea che l’uomo fosse libero quando avesse la facoltà di determinarsi e di conseguenza gli si potesse chiedere conto delle sue azioni.
I Romani inventarono anche il concetto di “Guerra Giusta” solo che non era la guerra motivata dalla Colpa cristiana o dalla presunta volontà di Dio, era la guerra “legale”, giustificata da qualche documento romano. La condizione tipica partiva da Roma che stabiliva un trattato con un certo Regno, questo lamentava l’aggressione di un Regno vicino, i Romani intervenivano e sterminavano “legalmente” gli aggressori. Previo, ovviamente, invio di ultimatum. Oppure i Romani imponevano determinati tributi ad un certo Regno, le condizioni non venivano rispettate, magari i rivoltosi se la prendevano con un delegato romano, i Romani sterminavano gli ingrati.
Mi fa ridere questa idea “new age” dei Romani, una società dove non solo c’erano schiavi ovunque, nei campi e nelle case ad accudire i proprietari ma nel clan il “Pater Familias” aveva diritto di vita e di morte. Immaginiamoci quanto potessero essere “emancipate” le donne se per i figli maggiorenni si doveva mettere in scena una vendita fittizia davanti al giudice per “e-manciparli”, cioè sottrarli alla proprietà del padre.
Torno all’inizio. La ossessione per la “romanità” dipende dalla ossessione per l’impero. Tanto che anche i Russi, nei loro deliri, affermano che Mosca sia l’ennesima incarnazione di Roma per via dei rifugiati bizantini arrivati li dopo la caduta di Costantinopoli. Guarda caso, anche li, aquila imperiale, bicipite.
La TV italiana ci racconta della nostra romanità fantastica solo per legittimare il nostro stato di provincia imperiale e farci ingoiare, come già detto, tutte le direttive della Massoneria Apolide.