Economisti di stocazzo

Degli scribi del faraone

Sapevamo che sarebbe finita cosi: effetto Superbonus sul bilancio dello Stato: conto da 220 miliardi, sei volte superiore alle stime.

Due osservazioni, anzi tre. La prima è che l’Italia è indebitata perché questo giretto si ripete di continuo. La seconda è che solo uno scemo o una persona in malafede può pensare che sia una buona idea accollare allo Stato il patrimonio dei privati. Non fa differenza che siano dei lavori sulla casa o lo stipendiuccio garantito e la pensioncina. Qui si apre una parentesi apocalittica sulla tendenza autodistruttiva della “democrazia” che era già nota nella antichità. Ovvero la relazione perversa di dipendenza reciproca tra il “demagogo” e il “popolo”, il primo asseconda i desideri delle persone che rappresenta, incurante delle conseguenze e ottiene in cambio il potere con cui soddisfare i propri desideri, i cittadini non hanno l’intelligenza e la cultura, quindi la morale, per capire che le conseguenze “collettive” finiscono prima o poi per diventare conseguenze “individuali” e quindi piangono e fottono, fottono e piangono. L’Italia repubblicana è stata divisa in due di proposito, volutamente. Al centro-nord la famosa “economia sommersa” cioè produrre reddito in tutte le maniere, legali, semi-legali e illegali, dove quelle illegali sono anche quelle più redditizie, al centro-sud lo “assistenzialismo” per cui lo Stato provvede vitalizi in tutte le forme concepibili, col risultato di Bertoldo, lo statale riceve uno stipendio minimo ma garantito quindi gli si può solo chiedere di fare finta di lavorare. Ultima osservazione: la “economia” non è una “scienza” e gli “economisti” sono dei ciarlatani, fanno previsioni a capocchia che hanno lo stesso valore di quelle degli antichi oracoli, forse meno e si prestano dietro compenso come “esperti – consulenti” dei demagoghi a facilitare il declino e il collasso della “democrazia”. Niente di più ipocrita delle famose “politiche keynesiane”. A monte di questa osservazione ne possiamo fare un’altra, abbastanza ovvia: ne i demagoghi ne gli “esperti”, in questo caso gli economisti, sono chiamati a rispondere dei propri atti. L’argomento in testa a questo scritto è solo uno degli infiniti esempi. Si legge che lo Stato si trova a pagare sei volte la cifra che era stata stimata e finisce li, come se fosse un incidente o un temporale estivo imprevedibile. Se non che tutto, dal bilancio della RAI o dell’INPS, passando per la Sanità o la Scuola e arrivando finalmente al polistirolo appiccicato sulle case, finisce per essere pagato dalla fiscalità generale cioè dalle imposte, siccome non basta mai, dai soldi che lo Stato chiede in prestito a strozzo e quindi nel Debito. Debito che il saccente di turno dirà che non solo è “sostenibile” ma che è necessario ad alimentare l’economia nazionale, infatti anche per il “bonus edilizio” la scusa era finanziare l’edilizia e tramite quella ottenere una sorta di ripresa economica. Gli Americani direbbero “all is good until it isn’t”, cioè va tutto bene fino a che vai a sbattere.

Postilla: sentivo su Radio Radicale, che raccomando a tutti, un dibattito sul “lavoro”, coi soliti relatori che ci aspetteremmo, politici, sindacalisti, imprenditori, eccetera. Ad un certo punto un signore ha fatto il solito giretto retorico citando gli articoli della Costituzione inerenti il “lavoro” e il “reddito”. A volte mi domando se questa gente ci fa o ci è. Una volta che noi postuliamo la dissoluzione degli Stati Nazionali in entità sovra-nazionali come “Stati Uniti d’Europa” o più genericamente nella “Globalizzazione”, non solo dobbiamo considerare le conseguenze meccaniche di mettere in comunicazione contesti del tutto diversi quindi un chilo di mele o un’ora di un operaio hanno costi e modalità del tutti diversi ma stiamo anche postulando che le Costituzioni su cui si fondano gli Stati Nazionali siano subordinate a qualcosa come il “Diritto Internazionale” e che i Poteri dello Stato, quindi Governo, Parlamento e Magistratura, siano a loro volta subordinati ad un “Governo Mondiale”, un “Parlamento Mondiale” e una “Magistratura Mondiale”. Poteri che non hanno alcun motivo di privilegiare un cittadino italiano rispetto ad un cittadino malese o peruviano o un essere umano qualsiasi. Ed eccoci ad un altro degli infiniti imbrogli, quello della “giustizia sociale” per cui si postula la distribuzione della ricchezza però sempre con la logica del piangere e fottere, dimenticando che tutti conoscono il trucco quindi non si vede, ancora, perché un italiano che piange e fotte riesca a fottere un malese o un peruviano che piangono e fottono allo stesso modo. Certo, vedrete che riusciremo ad accollare il nostro polistirolo appiccicato alle case ai Tedeschi, convincendoli a fare “cassa comune” tra il loro bilancio e il nostro.

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