Cattivi Maestri

O tempora o mores

Questo è un esempio dei post che richiedono l’anonimato.

Leggevo Feltri: non esiste libertà che valga l’atomica .

Premessa: io sono un ragazzo della Guerra Fredda e ho vissuto fino alla maturità sotto la minaccia della Terza Guerra Mondiale. Negli anni seguenti la caduta del Muro ho prestato servizio nell’Esercito italiano quando ancora esisteva la Leva obbligatoria ed erano le vestigia di quando si dava per scontata l’invasione delle divisioni corazzate del Patto di Varsavia. Ogni tanto lo ricordo perché è come se queste cose non fossero mai esistite, fui assegnato ad un reparto di artiglieria di una Brigata Alpina e l’idea era di provare a tenere i passi alpini ma se necessario avremmo dovuto usare proiettili nucleari per evitare che l’invasore dilagasse nella pianura. Avremmo sparato sui nostri commilitoni e chiunque si fosse trovato da quelle parti.

Ora, leggendo Feltri mi domando da quale mondo venga. Come se si fosse svegliato ieri e non avesse memoria di quando ci si aspettava che i ragazzi italiani corressero alla frontiera per fare quello che fanno gli Ucraini ma dando per scontato che sarebbe stato un sacrificio sullo stile delle Termopili. Come se Feltri non sapesse che la dottrina NATO prevedeva che dopo pochi giorni di combattimento le zone di contatto sarebbero state sacrificate trasformandole in un deserto radioattivo per rallentare l’invasore e dare il tempo agli Americani di inviare rinforzi via nave.

Visto che ho citato le Termopili, consideriamo la vicenda. Da quando la nostra “sinistra” ha abbandonato l’ortodossia sovietica per farsi “liberal” i grandi imperi multietnici e multiculturali sono diventati il non plus ultra. Quindi i professori, che sono tutti “di sinistra”, ci raccontano di come questo impero inclusivo e tollerante fosse stato aggredito dalla rivolta degli Joni, coloni greci dell’Asia Minore, sobillati da Atene. Gli Ateniesi e gli Elleni in generale sono “xenofobi”, convinti che solo loro meritano l’appellativo di “uomini” perché non si sottomettono a nessuno, orgogliosi di essere nati ognuno nella sua polis. Gli Joni mettono a ferro e fuoco le città persiane e l’impero reagisce sopprimendo la rivolta nel sangue, poi si rivolge ad Atene. Come tutti sanno, la prima volta la spedizione punitiva sbarca a Maratona. Gli Ateniesi riescono a sconfiggere il corpo di spedizione persiano e già questa è una cosa impensabile.

Pausa, torniamo alla mia infanzia. All’epoca i Comunisti italiani erano dilaniati da una contraddizione. Da una parte erano ben contenti di essere “compagni” dentro l’Egemonia USA che gli consentiva il benessere materiale e la libertà di espressione, dall’altra però per tradizione predicavano la “Rivoluzione” che avrebbe dovuto determinare la “Dittatura del Proletariato”. In questa predicazione bisognava completare la “Resistenza”, che era appunto l’inizio della “Rivoluzione” e l’Armata Rossa sarebbe stata benvenuta come un “liberatore”. Quindi, tornando alle Termopili italiane, oltre la necessità di sacrificarsi sui passi alpini, avevamo la certezza che ci sarebbe stato anche il “fronte interno” perché i nostri Comunisti avrebbero parteggiato per l’invasore. La cosiddetta “Destra” ha sempre avuto una colpa assoluta, quella di farsi definire dagli altri, in particolare dai “compagni”, come se non avesse altra capacità che fare il verso, vivere come immagine riflessa. Quindi, a parte la faccenda delle Termopoli, l’idea era di imitarli con la organizzazione Gladio o “stay behind”, cioè l’idea che se i “compagni” fossero riusciti ad instaurare un regime comunista in Italia, quelli che non sarebbero stati rastrellati ed eliminati avrebbero dovuto fare la stessa cosa a parti invertite, cioè spionaggio e sabotaggio a favorire gli Americani.

Abbiamo visto che con la caduta del Muro i Comunisti sono diventati “liberal” passando attraverso un certo numero di trasformazioni e hanno rimosso tutto il loro passato marxista-leninista e l’ortodossia sovietica. Le organizzazioni militanti della “sinistra extraparlamentare”.

Col solito meccanismo dello specchio, se la “Sinistra” è diventata “americana” la “Destra” non poteva che diventare “sovietica” e rido mentre lo scrivo, data la folle assurdità, la assoluta scemenza della cosa. Quello che nella mia infanzia era il “Paradiso dei Lavoratori” adesso è la mecca di quelli che all’epoca erano i “Fascisti”. La Armata Rossa è ancora un “liberatore”, una volta ci avrebbe liberato dal Capitalismo e adesso ci libererebbe dai “froci” e dai “biolab” coi loro vaccini.

Bene, torniamo ad Atene. Immaginiamoci personaggi come Orsini, Travaglio, Santoro, Oddifreddi nella agorà. Abbiamo provocato l’Impero Persiano e adesso gli Joni sono sterminati e ridotti in schiavitù. Poi l’Impero ci manda un ultimatum, arrendetevi alla vostra giusta punizione o seguirete la sorte degli Joni. Oddio, la guerra. Noi vogliamo la pace. Il Feltri ateniese direbbe che non esiste libertà che vale il taglio della spada. Orsini direbbe che i Persiani hanno già vinto. Tutti direbbero che siamo sconfitti e comunque ce li meritiamo perché siamo “neofascisti”, Azov, “froci” e “vaccini biolab”.

Per qualche strana ragione gli Orsini, Travaglio, Santoro, Oddifreddi e Feltri all’epoca delle Guerre Persiane furono zittiti e gli Ateniesi non solo uscirono dalla città per affrontare i Persiani a Maratona. Accettarono la distruzione di Atene quando fu evidente che gli Elleni non potevano fermare la seconda spedizione punitiva che, attraversati i Dardanelli, calava dal nord. Evacuarono la città via mare, mentre l’Ellade era invasa, l’Attica perduta e si pensava di potere difendere solo il Peloponneso. Poi si disposero ad usare la flotta, il famoso “muro di legno” della profezia raccontata dai posteri, per affrontare l’invasore. La battaglia di Salamina, il contingente terrestre persiano sconfitto a Platea. Atene emerge vittoriosa e si impone la “egemonia ateniese” della Lega di Delo. Finirà male, seguirà la Guerra del Peloponneso.

Comunque, ci si dovrebbe domandare perché nella Storia gli uomini si sono ribellati e hanno preferito la morte alla schiavitù. Si sono ribellati e hanno preferito la morte anche ad un relativamente comodo servaggio.

Oppure, ci si dovrebbe domandare perché capita che Feltri affermi il contrario, cioè che la “libertà” non vale il sacrificio. Perché la “atomica” è una metafora che significa una minaccia qualsiasi, non fa differenza se fai a pezzi la gente in un modo o in un altro. Tanto è vero che lo stesso Feltri, in una sorta di “excusatio non petita”, cita le ragioni economiche. La “libertà” non vale il disagio dell’aumento dei prezzi o della disdetta delle vacanze. Una qualsiasi minaccia deve bastare a farci calare le braghe perché diamo per scontato che gli agi si guadagnino dando via il culo, non c’è altro modo.

Questa è la cosa più ridicola ed assurda. A Feltri e a tutta la combriccola non è richiesto il minimo disagio. La Borsa è ai massimi, l’economia gira nei limiti del dissesto del Bilancio statale e delle conseguenze della “globalizzazione” che ci ha reso periferici come nel Cinquecento.

Quando si parla di “armi”, premesso che spendiamo tipo 1.5% del PIL quando da accordi internazionali dovremmo spendere almeno il 2%, premesso che tra il 70 e lo 80% della spesa va negli stipendi, premesso che prima della crisi ucraina la NATO era stata smantellata in funzione delle “missioni di pace”, perché non si pensava più ad una “guerra convenzionale”, proprio questa è la contraddizione, cioè il fatto che non possiamo armare l’Ucraina perché non abbiamo le armi, abbiamo stipendi e infatti fino ad ora gli abbiamo dato i ferrivecchi ripescati dai depositi dove attendevano la demolizione. Ferrivecchi per i quali non produciamo parti di ricambio e quindi quando si rompono li devono abbandonare e non produciamo munizioni, di cui tra l’altro non abbiamo scorte perché andrebbero rinnovate periodicamente.

Onestamente, non me la prendo con Feltri, cosi come non me la prendo con Orsini, Travaglio, eccetera. Mi pare ovvio che non è tanto che loro siano onestamente convinti delle cose assurde che propalano ma che esiste un pubblico di scemi, ignoranti e pazzi a cui si può vendere lo sciroppo miracoloso. E’ un mercato. Domanda e offerta. Diventa palese se pensiamo che è una “linea editoriale” quella di pubblicare le tesi di questo o di quello. La “linea editoriale” deve pagare, in termini di interesse della “lobby” o in termini di vendite.

Chiudo con una conclusione ovvia. Io mi vergogno di essere concittadino di Feltri. Non mi interessa se è convinto di quello che dice o se lo fa per mestiere, mi vergogno che lui parli e mi vergogno che lo facciano parlare.

Circa il resto della popolazione, il fatto che ci siano milioni di “novax” che guarda caso siano anche convinti che “Putin è nel giusto”, inevitabile conseguenza della diseducazione che ha storpiato generazioni ad ondate, prima quando ci facevano marciare in cortile cantando “Bandiera Rossa” e poi quando hanno cominciato col “cittadino del mondo”. Il vuoto deve essere riempito da qualcosa e gli scemi, gli ignoranti e i pazzi lo riempono con le prime scempiaggini che gli capita di sentire ripetere in giro. Generazioni diseducate in modo che non abbiano memoria e consapevolezza di se stesse, gente che pensa alla vita come il “sushi” e la “maria” e i “viaggi”. Siamo destinati all’estinzione, perché mentre ci impongono milioni di immigrati e nello stesso tempo non facciamo più figli, siamo anche privi di morale e tutti intenti al godimento narcisistico, per cui ci caghiamo addosso appena un troglodita sdentato ci fa “buh”.

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