Recensione dello scooter Honda SH 150

Della Mobilità in ambito urbano

La faccio breve. Se vi interessa il prezzo, io l’ho pagato senza sconti o incentivi 3.8 mila euro che diventano 4.2 con immatricolazione eccetera. Vale la pena? Dipende cosa volete, uno scooter di categoria superiore costa circa 6 mila euro e a me basta girare in città e occasionalmente fare un tratto in autostrada. E’ uno scooter molto maneggevole nel traffico, relativamente leggero e di dimensioni contenute, quindi facile da mettere sul cavalletto centrale e spostare. Con un pieno si dovrebbero fare circa 400Km.

Motore, 8. Consumo medio 45.5Km/litro. Ciclistica e Ammortizzatori, 7. Al posteriore un po’ secchi. Dotazioni, 7, “Start&Stop”, Controllo di Trazione, c’è anche l’antifurto. L’inconveniente è che bisogna sempre tenere d’occhio la batteria perché se manca la carica non funziona più niente, incluse le serrature, che sono “elettroniche”.

Dolenti note: Ergonomia, 6.

Sella troppo alta, per una persona di media statura è difficile poggiare bene i piedi a terra. Bisogna spostarsi sul sedile. La sella troppo alta fa il paio con il manubrio troppo basso che induce a guidare un po’ curvi in avanti. Per leggere la strumentazione bisogna spostare lo sguardo come per guardare in terra. Se non c’è qualche passaggio che non ho capito, direi che non è uno scooter per persone di statura inferiore a 1.70.

Il parabrezza svolge ottimamente la sua funzione, protegge ma è fatto di un materiale troppo morbido che si riga solo a guardarlo. Il minimo contatto, frequente con la visiera alzata del casco perché il parabrezza è molto vicino alla testa, si riga in maniera irrimediabile. Non provate a togliere i segni con la pasta abrasiva, si ottiene solo di opacizzarlo. Ad aggiungere beffa ad insulto, Honda non vende il ricambio del solo parabrezza ma l’intero “kit” che include la lastra, i due sostegni in metallo, la viteria e i due paramani. Totale con IVA, 175 euro al concessionario.

Ho provato a contattare Honda tramite il sito e il form non funziona. Si aspetterà una configurazione utente diversa dalla mia e l’eccezione non è correttamente gestita. Vorrei dirgli di vendere i parabrezza separatamente e ad un prezzo ragionevole perché quando sono compromessi è meglio sostituirli e il “kit” induce o a non cambiare per risparmiare o a montare parti non originali, dette “aftermarket”. Vorrei anche dirgli che il parabrezza è soggetto ad usura e quindi bisogna farlo di un materiale resistente ai graffi.

Dritta: quando fate rifornimento spingete l’erogatore in fondo all’interno dell’incavo. C’è una specie di valvola per il “troppo pieno” che fa scattare la chiusura dell’erogatore ed evita la tracimazione della benzina. Tracimazione che invece avviene di sicuro se appoggiate soltanto l’erogatore all’imboccatura senza affondarlo. Come ho fatto io la prima volta, dato che lo scooter precedente aveva un blocco che serviva proprio per non fare andare dentro l’erogatore, il contrario.

Chiudo con due considerazioni:

Se tutti andassero in moto il mondo sarebbe un posto migliore.

Produzione eccessiva di norme e regolamenti, incluso il Codice della Strada. Mentre le strade sono in condizioni tragiche, piene di buche, allagate se piove, voragini dove ci sono le rotaie del tram. Si arriva dunque al ridicolo fenomeno dei “monopattini”. Prima li si incentiva col “bonus”, sapendo poi che i Nuovi Italiani tendono a usare mezzi di trasporto per cui non serve la patente. Poi si scopre che sono pericolosi e quindi si comincia la repressione con l’obbligo del casco, targa e assicurazione. Quando i problemi sono due, l’ignoranza di chi guida e magari va sul marciapiedi o in autostrada e il fatto che il “monopattino” è un giocattolo intrinsecamente pericoloso perché le ruote sono troppo piccole e il guidatore non si trova in una posizione solida, il minimo inciampo e si va in terra. Evidentemente il “legislatore”, a tutti i livelli, dal Parlamento al Consiglio Comunale, non sa niente delle “due ruote” e quindi pensa che il “monopattino” sia una soluzione al problema della mobilità invece di un giocattolo pericoloso come un fucile ad aria compressa. Se avesse un minimo di esperienza saprebbe che è già improponibile circolare in bicicletta, che è una macchina enormemente più sicura del “monopattino”. Improponibile perché la gente è stata convinta che non può vivere senza automobile e il traffico di conseguenza è parossistico. Traffico su strade concepite altre epoche, quando l’automobile era per i ricchi e tutti gli altri andavano in bicicletta. Beffa e paradosso.

7 pensieri riguardo “Recensione dello scooter Honda SH 150”

  1. L’argomento scooter é interessante in quanto io dai miei 14 anni (2003) fino al 2018 ho vissuto la mobilità solo ed esclusivamente con le due ruote, a nulla servì compiere 18 anni e prendere la patente essa rimase inutilizzata, non mi incoraggiai mai a passare all’auto un po’ per paura un po’ per pigrizia in fin dei conti facevo tutto con quel mezzo, me lo sono persino portato in Germania (con le sue stesse ruote) quando mi trasferii per lavoro e non sopportavo spostarmi con i mezzi pubblici.

    Detto questo, in riferimento a quanto da te scritto: Come mai non lo hai preso usato, alla domanda vale la pena, la mia risposta è che prendendolo usato avresti potuto risparmiare o guadagnarci in qualità prendendone uno migliore.

    Certo mi rendo conto che si può prendere uno scooter nuovo per tanti motivi tra cui:

    • Magari per passarsi uno sfizio che non si ritiene tale se si considera l’usato
    • Paura di rimanerci fregati e la non competenza a livello motoristico
    • Non conoscere nessuno che possa sopperire a tale assenza di competenza
    • Per beneficiare della garanzia e potersi lamentare con qualcuno in caso di eventuali problemi
    • Non avere nulla a che fare con gente che, quando vai a comprare la roba usata, sembra quasi stessero facendoti una cortesia nel vendere la come se te la stessero regalando e quindi ci trova a inseguirli prima per avere dettagli e qualche foto in più

    Alla luce dei punti esposti vale la pena spendere quasi 4000 euro per un mezzo nuovo?

    Nonostante tutto no, per la semplice ragione che oggi auto e moto ma anche altre cose hanno un prezzo ingiustificatamente alto e nonostante acquistare cose usate implichi una serie di scocciature e rischi, sembra l’unico modo per difendersi da tali soprusi economici.

    Detto questo veniamo alle caratteristiche, il consumo e a dir poco eccezionale…e però io vengo da un Piaggio Sfera 80 cc prima e un Piaggio X9 200cc del 2003 poi, rispettivamente 18 km con un litro se non si sta per manifestare qualche rottura (altrimenti i chilometri vanno dimezzati se va bene) e 21-23 km con un litro il Piaggio X9 (Sempre mantenuti questi consumi in modo fedele dal 2010 a oggi). E quindi magari il consumo del tuo scooter é qualcosa di normale e a me sembra straordinario per la semplice ragione che non sono informato su cosa è capace di offrire il mercato oggi.

    L’ assenza di pedivella per l’avvio é una mancanza evidente da molto tempo e questa cosa non fa il paio con l’allarme. Il mio X9 uscito nel 2003 ne era già sprovvisto, nelle giornate di forte vento succedeva che l’allarme si attivasse per via di qualche raffica o non so, ad ogni modo la batteria si esauriva e io restavo a piedi con il risultato che finivo per elemosinare l’ elettricità da qualche raro e ben disposto automobilista (munirsi di cavi e cacciavite per accedere al vano batteria fu essenziale).

    Di contro il mio X9 ha il fatto che tutte quelle comodità pesano e metterlo sul cavalletto non é per tutti e non per scarpe consumate. Inoltre l’agilità va conquistata, alla lunga non ci si fa caso ma all’ inizio si é po’ titubanti nel fare un sorpasso stretto.

    La postura e la regolazione della posizione secondo me furono il fiore all’occhiello del mio mezzo, l’X9 é dotato di una sorta di poggia schiena regolabile mentre il cruscotto é sempre ben in vista, l’esperienza di guida é quasi automobilistica, mette sicurezza, si ha l’ impressione di non poter mai cadere, guidai un Sh 125 dell’ epoca di un mio amico sembrava di essere su un cinquantino. Una cosa positiva dell’ Sh sono le ruote larghe che aiutano nelle strade dissestate . Anche io sono sotto il metro e settanta e provai la stessa sensazione su un Sh.

    Sulla benzina che “tracima” o meno dal serbatoio mi hai fatto venire in mente un aneddoto di quando avevo il cinquantino con l’istabile cavalletto laterale: ero un ragazzo, giravo con pochi soldi quelli giusti per l’occasione, tornando a casa andai per fare rifornimento, misi 5 euro nel serbatoio gli ultimi soldi utili rimasti poi avevo solo monete inutili al self, estraendo la pompa scuoto per errore il mezzo e tutta la benzina dal serbatoio finisce a terra. Il mezzo parte ma dopo nemmeno 100 metri si spegne, torno indietro al rifornimento, dai vari tubi degli erogatori riesco a tirar fuori un misero bicchiere di benzina ma tanto bastò per portarmi a casa e risparmiarmi 3 km in salita a spinta alle 2 di notte. L’ indomani andai dal benzinaio con l’intenzione di pagare il bicchiere di benzina preso dai tubi, il benzinaio divertito dalla mia storia maldestra e stupito e incredulo del fatto che io volessi pagargli quel misero sorso di benzina, mi regalò lui stesso la benzina perduta la notte precedente.

    Ad ogni modo non ho mai visto uno scooter con la valvola del troppo pieno essendo rimasto a quelli a “bocca aperta” che puzzano durante la guida.

    Credo che ogni situazione richieda il suo mezzo, quando abitavo in città a volte risultava inutile pure lo scooter e andavo in bici o a piedi a fare la spesa o a sbrigare altre faccende. Oggi che abito a 22 km dal primo supermercato utile l’auto mi risulta insostituibile perché mi dà la possibilità di fare le scorte e non dovermi recare ogni settimana se non di più al supermercato, in generale i motivi che mi spingono a usare l’auto sono tutti relativi al carico di cose che con lo scooter non é possibile fare.

    Percepire meglio significa anche cose si banali ma piacevoli come il fatto di sentire gli odori e di non vedere tutto attraverso il vetro.

    Altre ragioni che tengo in considerazione in maniera minore sono: dal 2018 ad oggi ho avuto meno raffreddori e ho messo da parte molte giacche prima indispensabili, ciò significa che sto patendo meno il freddo. Tuttavia con lo scooter percepisci meglio ogni cosa, lo scooter mi ha insegnato a essere un automobilista molto attento e prudente e anche se si può credere che l’ auto sia più sicura, guidare uno scooter mi avrebbe risparmiato un incidente in curva perché con lo scooter si ha più spazio per non “incontrarsi” con altri mezzi quando la strada si restringe.

    Se parliamo invece di sicurezzasu altri mezzi senza targa il problema è un altro non si tratta solo di negri ignoranti, si tratta anzi di gente che conosce il codice della strada avendo l’auto: Il ciclista scarica dall’auto la bici, passa col rosso, sale sui marciapiedi, ti sfiora senza suonare il campanello oppure suona ma non fa attenzione al fatto che tu abbia sentito o meno evitando di rallentare per non compromettere la “performance” monitorata accuratamente dallo smartwatch che a fine giornata gli dice dove abbia sbagliato.

    Qui si tratta di senso civico e di presenza di troppe regole in luogo dei principi, la regola cambia, il principio no e il principio dovrebbe essere non compromettere l’incolumità altrui ad ogni costo a prescindere che la regola mi permetta di farlo o meno.

    invece in assenza di principii vige l’ anarchia se non vi è una regola che se violata comporti una sanzione.

    Che il “legislatore” non sappia niente delle due ruote non mi stupisce, mi stupirebbe il contrario ma in generale su ogni argomento vale quest’ affermazione.

    Ad ogni modo, si, i monopattini elettrici sono il nuovo mezzo dei negri, insieme a biciclette elettriche, si vedono comunque ancora quelli che se la passano peggio con la bici scassata e tipicamente rubata

    Mi fece però molta impressione vedere accanto ad’un supermercato un negro fare l’elemosina rompendo l’anima ad ogni avventore e poi finito “il turno” andare via a bordo di una bella bici elettrica da 1000 euro e la gente gli dà credito comunque e non é un caso isolato.

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    1. Il consumo che ho scritto è quello riportato dal “cruise control” dello scooter. Non ho altro strumento per misurarlo. Curiosamente lo stesso pannello riporta anche la distanza stimata che puoi percorrere con la benzina rimanente ma non ti dice quanta benzina ti rimane, c’è solo una serie di “tacche” più o meno una corrisponde ad un litro ma se consideri che mezzo litro sono oltre venti chilometri, non ha molto senso. Diciamo che l’idea sarebbe di avere sempre un po’ di tacche e quando ne rimane una, ci metti la benzina. Non c’è nessuna “riserva”.

      Certo la gestione elettronica del motore aumenta molto il rendimento.

      I motori endotermici sono un tecnologia vecchia ma i motori elettrici sono ancora più vecchi. A naso direi che se si volessero progettare veicoli pratici, ci sarebbero ancora parecchi margini di miglioramento del rendimento. La prima cosa che mi viene in mente e che dico sempre è la coppia peso e velocità. In ambito urbano hai bisogno di un veicolo che porti due persone a massimo settanta all’ora. Tutto il peso che non serve a riparare due persone a settanta all’ora è inutile, il motore non ottimizzato per velocità medie tra 50 e 70 è superfluo. L’Italia del “boom” ha cominciato con le “utilitarie” poi per qualche motivo siamo passati a veicoli molto più grossi e con prestazioni più elevate, banalmente si tratta di tornare alla utilitaria aggiornando i materiali e aggiungendo l’elettronica.
      Vale anche per l’eventuale veicolo col motore elettrico, data la poca capacità delle batterie. Le specifiche sono le stesse un veicolo piccolo, leggero e che deve essere ottimizzato per medie di 50 e punte di 70. Non ha senso pensare veicoli che facciano centinaia di chilometri con cinque persone più bagagli a 200 all’ora.
      Mi si dirà “e le famiglie?”. Il veicolo familiare dovrà essere una versione maggiorata di quello sopra descritto, dovrà comunque essere piccolo, leggero e andare piano. Il ragionamento non cambia, tutto quello che è in più è controproducente.
      Si tratta di accettare che se si deve andare in un’altra città si prenderà il treno e si affitterà il veicolo in loco, per ritirarlo in stazione. Non mi sembra una cosa difficile.

      Tornando allo scooter, ho chiesto al concessionario per l’usato e mi ha detto che questo modello ha un mercato tale che l’usato non costa tanto meno del nuovo se parliamo di veicoli in buono stato. Quindi non c’è tanta convenienza. D’altra parte l’usato presuppone o la voglia di mantenerlo almeno in parte con le proprie mani oppure l’idea di cambiarlo ogni pochi anni. Invece io ho intenzione di tenere lo scooter fino alla tomba dato che il precedente l’ho tenuto 25 anni e l’ho cambiato solo perché costretto dai divieti ZTL legati alle categorie “euro”.

      Poi si, le moto sono sempre anche un po’ uno sfizio. Ho scelto apposta uno scooter relativamente minimalista perché il me bambino avrebbe voluto tutta un’altra moto. Però poi non l’avrei usata, ormai ho rinunciato alle velleità di gite e viaggi perché un po’ ci dovrei andare da solo e un po’ ho paura del traffico e degli scemi che ci sono in giro. Perché, ancora, ci sono tanti scemi in moto, me compreso ma c’è anche una specie di selezione naturale, dovuta al pericolo e dovuta al disagio che la moto impone. Quelli che guidano la moto senza le chiappe strette non campano a lungo. Viceversa, l’auto la guidano letteralmente tutti, compresi vecchi rimbambiti, i drogati, gli ubriachi, gli scemi, eccetera. Non solo la patente non si nega a nessuno ma di fatto non c’è nessun filtro e tutta questa gente si riversa nelle strade. Le conseguenze di un botto però sono diverse.

      Avrei potuto optare per un marchio minore, una “cinesata” però preferisco uno scooter di cui hanno venduto milioni di pezzi quindi non fatico a trovare meccanici e parti di ricambio.

      L’Italia sarebbe da demolire e rifare da zero, a parte i monumenti e i musei. Adesso abbiamo la spada di damocle sulla testa della direttiva europea circa l’adeguamento della “classe energetica” del 70% e oltre delle abitazioni. A me sembra un po’ surreale, perché cosa ci vuole a vedere che l’Italia del “boom” ormai è a fine vita? Solito discorso del ponte di Genova. Tornando alla mobilità, abbiamo strade infami, non solo per la manutenzione inadeguata ma perché mancano gli spazi. Non è previsto che si vada a piedi o con le due ruote da un Comune a quello adiacente, le strade intercomunali sono quelle dei carretti, una corsia per senso di marcia senza ciclabile e senza marciapiedi, magari col limite a 70. Per cui, ancora, tutti in auto e ci trovi anche gli autocarri e gli autobus, tanto di cappello agli autisti ma quando vedi le corriere sui tornanti ti cachi nelle mutande.

      Ci sarebbero dei discorsi psicologici e sociologici da fare sulla percezione del “reale” e sullo immaginario che poi dovrebbe diventare progetto. Ho annoiato abbastanza.

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      1. Il consumo che ti ho riportato io invece é verificato a serbatoio vuoto e con bottiglia da 2litri, le ragioni di questa verifica non riguardano una semplice curiosità ma il fatto che girassi con un rottame nel caso del cinquantino e di effettiva curiosità per quanto riguarda l’X9. Mi tornano in mente molti aneddoti riguardanti il restare a piedi col 50 per varie ragioni ma devierei troppo e non finirei più di scrivere…quanti ricordi.

        Il discorso di tornare a produrre piccole auto mi trova d’accordo, non vi é ragione di avere un SUV in città, credo che gran parte dei SUV circolanti in Italia non abbiamo visto, non solo lo sterrato, ma nemmeno un granello di polvere questo é un paradosso se si pensa che la caratteristica principale del SUV é la capacità di andare su sterrato, che poi riesca o meno a svolgere funzioni da fuoristrada è tutt’altro discorso, ma ho seri dubbi a riguardo a causa del peso.
        Spesso queste grosse auto girano vuote.
        In ogni caso lo spostamento con auto in altre città o regioni lontane é anche fattibile con piccole auto e famiglie di 5 persone se non ci devi dormire dentro, una Fiat Panda é più che sufficiente e a proposito di questo modello, la prossima Generazione di Fiat Panda sarà Suv, in pratica si sta smantellando la produzione di auto di segmento B, la direzione opposta di quella da te auspicata purtroppo.

        Circa lo spostamento in treno e l’affitto di auto in loco si deve valutare anche il fatto che non é una soluzione per tutte le tasche, anche perché da quando il viaggio con qualunque mezzo non è più fenomeno di nicchia ma fenomeno di massa (fenomeno che ha avuto un enorme accelerazione post COVID non a caso) i prezzi dei treni sono triplicati. Calcola che nel 2012 con tre mesi d’anticipo riuscivi a prendere un InterCity da Catania a Milano con cambio a Roma alla modica cifra di 18 euro (9+9) se dovevi andare solo a Roma il tutto veniva a costare 18 euro, questo perché quella poca gente che viaggiava in questa direzione lo faceva in Aereo e i treni a contratto di servizio statale erano sempre a rischio soppressione. Oggi il discorso é cambiato la cosa più economica per muoversi nelle grandi distanze resta l’autobus con tutti i rischi a lui connessi.
        Faccio un esempio che mi trovo spesso a valutare:
        Dal Comune di Patti a Palermo il biglietto costa euro 12,60 a tratta, andata é ritorno saranno 25 euro e finché mi muovo da solo questa soluzione resta più conveniente rispetto la macchina, moltiplico per due, a quel punto l’auto mi risulta pari se non piú conveniente se moltiplico per tre o quattro non c’è sfida vince l’auto e non ho ancora calcolato i costi connessi all’ affitto di un auto o di altri mezzi pubblici, perlopiù sto valutando questo in una regione in cui il treno e meno caro rispetto ad altre regioni. Questo oggi, e se un domani l’elettrico dovesse sostituire completamente il motore a scoppio sono certo i costi resterebbero tali se non maggiorati da qui ad allora.
        Se utopisticamente per le lunghe distanze si dovesse attuare un idea come la tua i costi per gruppi più ampi dovrebbero essere ridotti per incentivare tale modalità, ma questa riduzione chi la pagherebbe? Su chi viene scaricata? Calcola che é notizia di questi mesi quella che Trenitalia vorrebbe mettere a pagamento i bagagli in sovrannumero, come avviene sull’aereo, nei treni “Frecce” da lì alle altre tipologie di treno il passo è breve, un vantaggio dell’auto é che porti con te ciò che vuoi il limite é la capienza, anche questa cosa disincentiva dal mezzo pubblico, in Germania ho visto gente portare la canoa sul treno, qui si vuole copiare il modello dell’aereo dai bagagli alla disposizione dei posti, il prossimo passo quale sarà? Limitare il trasporto di liquidi? Ad ogni modo la direzione é far pagare anche l’aria quindi scegliere il treno per una famiglia mi aspetto possa solo diventare più sconveniente in definitiva sintesi perché:

        • I prezzi sono destinati ad aumentare per l’aumento di domanda
        • I servizi di spazio offerti sono prossimi all’essere messi a pagamento
        • non si intravedono incentivi per famiglie o gruppi se non alcuni ma ridicoli
        • arrivati nel luogo di destinazione si deve ancora pagare un noleggio o un altro vettore pubblico.

        Se non fosse per tutti gli svantaggi io avrei scelto sempre in treno, da Amburgo tornavo in treno fino in Sicilia.
        Negli ultimi anni vi é un nuovo svantaggio nel prendere il treno, é un fatto personale ma da quando la gente utilizza uno smartphone mi risulta più chiassosa e fastidiosa, in una carrozza vi é sempre qualcuno con un film a tutto volume, qualcuno che ascolta messaggi vocali o parla al telefono, questa maleducazione diffusa é incentivata anche dal fatto che si é passati dalle cabine a sei posti uno di fronte all’altro alle carrozze come autobus, il non trovarsi l’ uno di fronte all’altro in uno spazio più raccolto incentiva la gente a essere maleducata, se volessi mostrare la mia disapprovazione uno sbuffo non basterebbe perché parliamo di una carrozza con 70 posti, non più sei. Nelle cabine a sei si faceva conoscenza, il viaggio diventava occasione per conoscere gente oggi questo non esiste più. Oggi per me il treno é un mezzo come un altro e anzi non vedo l’ora di scendere.

        Ad ogni modo dipende anche tutto dalla destinazione, un viaggio nord sud economico e anche meno pericoloso é stancante lo faccio in nave. Da Genova la nave é meno economica 350 km più in basso da Livorno la nave é estremamente economica specialmente durante la bassa stagione. Da Livorno a Palermo un biglietto in promozione riesce a costare per 2 persone con auto al seguito circa 70 euro. In questo modo si risparmia, non si fanno incidenti, non si é parte del “traffico”. Ma questa soluzione non é sempre applicabile perché, banalmente il mare non é ovunque o comunque non esiste il servizio ovunque. Esisteva un tempo il trasporto auto su treno e in Italia fu smantellato nel 2011.
        Il cuore del problema non é dato dal fatto che ci si muova con grosse o piccole macchine o con mezzi pubblici ma il perché e il quando ci si muove.
        Che senso ha che tutti debbano andare in Sicilia e Sardegna ad Agosto? Quando vi é una così alta domanda in una sola direzione si “droga” il mercato quindi si alza il prezzo di benzina aerei e altri mezzi, ma non solo, le regioni meridionali si illudono di poter vivere facile grazie all’ “industria del turismo” in altre parole il meridione demanda il proprio sviluppo al fatto che qualcuno abbia voglia di andarsi a divertire da quelle parti, ma appunto anche qui é una droga, svanito l’effetto estate si torna a fare la fame in un sud desolato e senza giovani.

        “L’Italia sarebbe da demolire e rifare da zero, a parte i monumenti e i musei. Adesso abbiamo la spada di damocle sulla testa della direttiva europea circa l’adeguamento della “classe energetica” del 70% e oltre delle abitazioni.”
        Anche qui, con quali soldi? E chi provvede a farlo?
        Un conto é l’infrastruttura pubblica che é tutta da demolire e rifare e li la risposta è con le tasse perché le infrastrutture sono di tutti e le devono pagare tutti, ma il discorso appare diverso per le abitazioni private, non basterebbero i soldi di tre manovre finanziarie se dovesse garantirlo lo stato, e non si può chiedere certo alla gente di provvedere da sé.
        Se si dessero risorse statali per ristrutturare chi é che opera la ristrutturazione o la ricostruzione? È possibile controllare il processo o finisce come il super bonus, che ci costa 2000 euro a testa senza aver risolto il problema e anzi alimentando il malaffare diventando l’ ennesima regalia come ogni bonus di cui non si controlla davvero il processo.
        Se invece si procedesse a obbligare la gente di farlo con le proprie tasche sarebbe tutta da ridere, perché io 20000 euro per pagare solo la sostituzione degli infissi non li ho, figurati la ristrutturazione o la ricostruzione, quest’ ultima può arrivare a costare 100000 con gli occhi chiusi.
        Sai alla fine come finirà? Che il problema non si risolverà, a seconda della classe energetica si pagherà una tassa che andrà a scalare man man mano che la classe si alza, come avviene oggi con il bollo, più grossa é la cilindrata e più paghi, avremo quindi una nuova tassa ma le nostre case resteranno tali e quali.

        Per quanto riguarda gli spazi stradali, In molte città hanno risolto togliendo ancora spazio alla mobilità pedonale facendo diventare marciapiedi e piazze o viali alberati promiscui, a Saluzzo é bastato cambiare il cartello ed ecco che finalmente il sindaco può vantare di aver “allungato” la rete ciclabile di tot km.

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        1. La necessità aguzza l’ingegno.
          Possiamo fare macchine piccole e leggere che vanno piano e questo, tanto a benzina che a batteria, consente di ridurre i costi e ottenere autonomie sensate. Questo però meccanicamente rende poco pratico fare viaggi di centinaia di chilometri in auto. Dato che avrebbe ancora meno senso comprare due auto, una piccola e una grossa, solo per “viaggiare”, ne consegue che la soluzione più semplice mi sembra includere nel biglietto del treno il noleggio di un’auto alla stazione di arrivo.
          C’è anche un’altra alternativa, non viaggiare, perché non è una priorità.
          Ai tempi del “boom economico” si pensava che saremmo stati sempre meglio ma adesso siamo in fase discendente e abbiamo sempre meno risorse, peggio che andare di notte se includiamo il Debito. Se abbiamo poche risorse è necessario definire le priorità. Se devi scegliere se curarti i denti o andare in vacanza io direi i denti.
          Questo ci porta al problema dell’invecchiamento dei manufatti. La storia della “ristrutturazione” è una fandonia, non puoi verniciare un’auto di cinquant’anni fa e farla tornare nuova e poi, anche se fosse, sarebbe un’auto con le tecnologie e il disegno dell’epoca, quindi obsoleta. Dobbiamo trovare il modo di rinnovare l’Italia.
          Come una volta si andava in giro in “utilitaria”, si abitava nelle case economiche. Oggi le case in “Classe A” sono prodotti di lusso, invece ci servono case minimali pensate solo per il rendimento energetico, la durata e il contenimento dei costi.

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        2. Sul turismo:
          Paradossalmente il turismo si nutre di sottosviluppo. Cioè sono i posti sottosviluppati oppure decadenti che attirano i turisti. Si certo, ci sono le eccezioni, per esempio un po’ di turisti vengono a Milano perché c’è la “moda”, il “design”, la “movida”, che ne so, però il grosso va nei posti “pittoreschi” che in sostanza o sono zone bloccate nello stadio dell’Italia rurale del primo Novecento oppure sono rovine di antiche grandezze.
          Quindi, non so se si possa effettivamente vivere di turismo, forse richiede il turismo internazionale e quindi aeroporti a tutte le infrastrutture, però è implicito che se tu vendi mucche al pascolo poi dovrai sempre avere le mucche e i pascoli, non potrai avere fabbriche di microchip.

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    2. Riguardo i “ciclisti” in cui incorporerei i “monopattinisti”.

      Secondo me sono due cose completamente diverse usare la bicicletta tutti i giorni o quasi come mezzo di trasporto rispetto ad usare la bicicletta come giocattolo nel weekend o ogni tanto, in versione più o meno “atletica” e quindi “performance”.

      Quando arrivo al semaforo e aspetto con altri “ciclisti” mi sembra di essere fuori posto perché io ho una bicicletta un po’ anonima, scelta come sempre con la logica dello spendere il meno possibile e del superfluo, sono vestito nei miei abiti di tutti i giorni perché sto andando o venendo da un posto qualsiasi, tipo, che ne so, il medico o un ufficio comunale. Invece gli altri sono seduti su biciclette super tecnologiche ed accessoriate, sono vestiti di tutto punto con “capi tecnici” e invece del mio berretto, indossano il casco che poi vorrei vedere da che tipo di urti ripara, con quella forma “dinamica” che sta sul cucuzzolo della crapa.

      Poi ci sono i Nuovi Italiani. Non credo sia questione di ignoranza rispetto ai segnali, ai regolamenti, piuttosto sono abituati a vivere nel degrado, tanto materiale che spirituale. L’altro giorno andavo a cambiare le gomme della bici da Decathlon ed entrando ho incrociato un nuovo italiano col caffè in mano e ha buttato il cucchiaino di plastica per terra praticamente sui miei piedi. Decathlon si colloca in quelle zone periferiche semi-industriali dove trovi i segni del “nuovo”, cioè un certo tipo di umanità disperata e le carcasse di biciclette e motorini, che una volta si sarebbe detto esito di “esproprio proletario”. Immondizia, vecchi TV, frigoriferi. Al nuovo italiano non viene nemmeno in mente di cercare un secchio per buttare il cucchiaino, non solo perché in altri Paesi non usa ma anche perché nel suo mondo i secchi sono tutti rotti o bruciati e fanno parte del problema non della soluzione. Poi è gente usa a farsi largo a gomitate.

      Un giorno dovrei fare un reportage fotografico del mio Comune, nell’arco della giornata. Io abito in un ghetto, la gente esce di corsa per infilarsi in macchina, le macchine sono posteggiate per strada dato che i palazzi degli anni Sessanta e Settanta non avevano i box e ci si chiude dentro per uscire solo a destinazione. Le strade, oltre che dalle macchine, non sono popolate come quando ero ragazzo dagli anziani, dalle mamme coi bambini, dai ragazzini che giocano, sono popolate da brutti ceffi di tutte le etnie e fogge, che confabulano nei loro capannelli. Qui parliamo delle aree centrali, se poi andiamo all’esterno, vediamo lo scenario post-apocalittico di Decathlon. Ancora più fuori, terra di nessuno intercomunale.

      Se torniamo alla mobilità, di fatto ci sono solo io che cammino o vado in bici, escludendo il “weekend”. Vedo cose che la gente non vede, dato che passa chiusa nell’auto.

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      1. Riguardo i monopattini ti racconto questa, la scorsa domenica eravamo ad una fiera a Caraglio, una città qui vicino, nel mezzo del mercatino all’improvviso spunta un cretino alle mie spalle con un giocattolo di questo e quasi sfiora a velocità la mia consorte per lo più incinta, secondo io se fosse successo qualcosa cosa avrei dovuto fare? Io dico che gli avrei spaccato in testa quel trabiccolo…e peró chi dei due avrà ragione alla fine? Per la legge lui. Allora é una battaglia persa.

        Io la bici se posso la uso in entrambi i casi, se esco al solo scopo di sgranchirmi non mi vesto comunque da carnevale, al massimo una tuta e sotto i pantaloncini imbottiti perché se fai 80 km alla lunga danneggi la tua salute, ma non c’è la farei a stare con quei pantaloncini attillati in vista, mi sentirei a disagio, sarebbe come uscire in mutande. Sul costo del mezzo non ci sono dubbi non spenderei mai piú di 200 euro per una bici, l’ unica spesa fatta é una sella speciale che previene l’insorgere della prostatite e della cistite. Ma non spenderei mai soldi per la “performance”. So di ciclisti che si depilano le gambe per favorire l’ aerodinamica.
        Quando invece ero più giovane utilizzai riuscendoci una vecchia bici allo scopo di perdere 30 kg su un totale di 100 riuscì nell’impresa senza abbigliamento tecnico anzi, indossavo I più vecchi jeans che avevo e magliette da lavoro, mi vestivo come se stessi andando a tagliare l erba perché alla fine dell’ esercizio la maglietta la potevi strizzare, a fine estate le magliette avevano perso anche il colore.
        Alla fine la gente é indotta ad’essere poco pratica e incline all’esibizionismo perché più spendi e più dimostri di essere il migliore. Quando li vedi in gruppo e ne ascolti i dialoghi fanno la gara a chi la spara più grossa a livello di capacità ciclistiche oppure parlano appunto della qualità dei loro giocattoli e quale é il più prestante, e finito il tempo in cui ci si vantava di andare a donne e di descriverne le qualità (anche quando in realtà non era vero)…anzi, l’altro giorno eravamo a Pontechianale, una località montana su una strada che porta a un confine di stato con la Francia, era metà settimana non c’era nessuno, poi una macchina, una coppia, scendono visitano il paese e poi ritornano, a un certo punto lui dice a lei “vado a fare un giro” apre il bagagliaio estrae la bici si toglie gli indumenti extra e con la tutina di Superman inforca la bici e si allontana, passó mezz’ora la compagna in macchina sola come un cane, poi andai via ma sono pronto a scommettere che il tizio mancò più di quella mezz’ ora.
        Mi sono immaginato la scena identica però in casa una domenica in cui lui dice a lei “vado a fare un giro” e lei: “quanto manchi” e lui: “non mi aspettare per pranzo” e fu così che lei si affrettò a chiamare l’amante e dare il via libera alle “danze” domenicali.
        Mi sono sempre chiesto, ma questi non hanno una moglie o dei figli, una fidanzata con cui passare le domeniche li vedi sempre o soli o a gruppi di tutti uomini sia durante la settimana che nel fine settimana, posso credere che siano tutti “soli”?
        Io se vado in bici solo è perché la mia consorte é incinta e non può venirci altrimenti sarebbe lì con me, spesso lo faccio contro voglia più per muovermi che per svago.
        Per carità a me importa poco di cosa faccia la gente ma é un fenomeno che osservo.
        La scena a Pontechianale ricorda un po’i bambini che vanno a giocare e la mamma li aspetta con pazienza a casa, il problema e che la moglie o a maggior ragione la fidanzata non è la tua mamma e siccome non si tratta di impegni di lavoro ma di diletto la pazienza non trova luogo, finivano cornuti I combattenti al fronte figuriamoci i bimbetti che vanno a giocare con gli amichetti.

        La zona del Piemonte dove mi trovo é per lo più una zona dedita all’agricoltura e qualche fabbrica che processa i raccolti o altro qua e là ma di negri ne trovi ugualmente, sono ovunque fanno solo meno danni, un giorno mentre slegavo la bici al supermercato nel chinarmi sento un rumorino, tra me e me mi dico che non può essere, poi inizio a sentire il fetore, il negro appoggiato al muro di fianco alla rastrelliera aveva sonoramente sganciato, senza imbarazzo esattamente come fa il mio cane da guardia. Quindi propenderei di più per la prima, al loro paese non sono abituati alla civiltà, non é questione di cestini bruciati o meno, e si é gente abituata a farsi largo a gomitate e non solo i “colorati” basta anche venire al sud per trovare gente che si fa largo con la forza.
        Leggendoti qua e là, quando parli di dove vivi mi sembra di vedere davanti ai miei occhi una specifica zona di Milano dove acquistai un auto d’occasione da un privato Sud Americano che ritornava al paese d’origine e quindi la svendeva. Si tratta di Viale Monza, ci ho vissuto 5 giorni, é difficile li trovare un italiano e anche i negozietti sono per lo più stranieri. Non sembra Italia se non fosse per la Banca Intesa, e qualche altro istituto di credito che non ricordo.
        Per il fatto che vedi cose che la gente non vede, sembrerebbe una ricchezza, ma gli altri che non vedono non si fanno il sangue amaro, o sangue acqua come si dice dalle mie parti.
        A volte vorrei non vedere, ma il prezzo é la stupidità, per lo più mi giro dall’altra parte di proposito…ma non é lo stesso.

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