Parodia

Del prendersi troppo sul serio

Ognuno è diverso. Nello stesso tempo, seguiamo le “mode”. Mi sembra che ci siano due ragioni, una è che la “moda” ci evita di inventare qualcosa, è la classica “pappa pronta”, l’altra ragione è che adeguandosi a comportamenti di massa si riceve approvazione dai propri simili.

Entro certi limiti è fisiologico, perché data la differenza di quantità in gioco, è normale che ogni individuo sia formato dal contesto in cui vive piuttosto che il contrario, cioè che ogni individuo abbia la possibilità di formare il contesto attorno.

Il guaio è che la gente è diseducata. E’ diseducata perché per educare devi avere qualcosa da dire e devi anche essere capace, nello stesso tempo conviene alle elite dominanti che la massa sia educata solo quanto basta perché si renda utile e che non sia educata a pensare e agire autonomamente.

Il risultato della diseducazione è che le “mode” non sono vissute come suggerimenti o possibilità, sono vissute come imperativi categorici, degli assoluti. Di conseguenza le “mode” diventano religioni e, tramite il fenomeno che il neologismo chiama “polarizzazione”, ci si divide per bande.

Non sfugga al lettore che la parola “moda” non indica solo comportamenti legati allo svago e al consumo oppure alla socialità, “moda” in questo contesto è una qualsiasi dualità di idee e comportamenti, dei luoghi comuni che riguardano qualsiasi aspetto dell’esistenza, propria e altrui.

Quindi è una “moda” quella di andare in giro per i parchi cittadini con la “mountain bike”, annesso “abbigliamento tecnico”, cosi come è una “moda” qualsiasi aspetto del “politicamente corretto”, per esempio la faccenda della “accoglienza” e la morale “pan-sessuale”, oppure il voto per un candidato o un altro.

La conseguenza è la produzione continua di parodie. Facciamo un esempio evidente, gli Ebrei ultra-ortodossi. Quelle persone non solo appartengono ad una determinata setta religiosa, decidono di proposito di manifestare agli altri la loro “diversità” adottando un abbigliamento particolare. Un abbigliamento che è la parodia esagerata degli abiti indossati dagli abitanti del centro-Europa ai primi del Novecento. Quindi palandrane nere, camicie bianche, cappelli neri con la tesa, colbacchi. Il tutto ovviamente portato in un clima più caldo. Ogni capo di abbigliamento è deformato, esagerato in un modo o nell’altro, proprio perché progressivamente perde la sua funzione di oggetto d’uso quotidiano e diventa invece una uniforme e un simbolo, quindi la funzione è un’altra. Incidentalmente la stessa identica cosa si può dire dei preti cattolici e dei paramenti sacri, vesti indossate comunemente dalla aristocrazia di secoli o millenni orsono e che oggi hanno solo la funzione cerimoniale.

Questi esempi sono ovvi, perché anche chi è abituato a vedere gli uomini col cappello di pelliccia in testa si rende conto che è fuori luogo sotto il sole della Palestina, che è un elemento estraneo ed anti-storico.

Meno evidenti sono certe pettinature e “makeup”, per esempio quelli dei presentatori televisivi e dei politici americani.

Io li guardo e penso che sembrano i pupazzi del ventriloquo, delle marionette, col ciuffo di legno dipinto e le gote cerchiate di rosso. L’esempio più lapalissiano è Trump, famoso per il riporto di capelli improbabile e il colorito arancio della pelle, oltre che per una mimica particolare. Tralasciando ovviamente i contenuti della sua oratoria. Dato che sappiamo come dietro un fenomeno come Trump ci sono grandi investimenti in termini di “marketing”, queste caratteristiche non sono accidentali, spontanee, sono necessariamente studiate a tavolino e riportate con cura giorno per giorno in tutta la comunicazione verso la massa.

Allora ecco due domande. Primo, premesso come abbiamo detto che la gente è diseducata apposta in modo che non abbia capacità di pensiero autonomo ma che sia condizionata all’obbedienza, al conformismo, quale è il contesto di “normalità” in cui passa inosservato il colore arancio di Trump o l’aspetto da marionetta del ventriloquo del presentatore in TV? Oppure, invertendo l’espressione, per quale ragione si propone alla massa un Trump arancione piuttosto che la marionetta?

Non sto evidenziando aspetti estetici perché l’estetica sia rilevante ma perché non mi spiego come sia possibile che questa estetica non venga percepita come “estranea” oppure “forzata”, in altri termini come passi inosservata la parodia su chiunque e qualsiasi cosa. Se un concetto o un comportamento si traducono in parodia significa che, come ho detto in precedenza, sono scollegati dal contesto e non hanno la funzione immediata, apparente, originaria, razionale ma possono averne una cerimoniale, simbolica, irrazionale. Non ha senso portare il cappello di pelliccia sotto il sole della Palestina cosi come non ha senso farsi pettinare da una impresa di costruzioni e farsi verniciare di arancione, indossare giacche con l’appendino dentro oppure non ha senso parlare facendo smorfie.

Mussolini ed Hitler erano la parodia di se stessi, però avevano due scusanti, due ragioni. La prima era che stavano inventando il personaggio del dittatore novecentesco, il dittatore che comunica con la massa. Era una cosa nuova perché erano nuovi gli strumenti tecnologici. La seconda ragione in qualche modo è l’inverso della prima, cioè anche se agli inizi del Novecento si inventava la comunicazione di massa, i dittatori degli inizi dovevano ancora arringare le folle da un palco e questo li obbligava ad esagerare i toni e la mimica per “amplificare il segnale” ed arrivare agli astanti, a quanta più gente possibile.

Direi che la “società aperta” produce una quantità infinita di “mode” che finiscono in parodie. Praticamente ogni singola abitudine della “persona comune” finisce per diventare parodia. Noi siamo la periferia e il fenomeno è in scala ridotta, gli effetti massimi si manifestano negli USA. Infatti guardandoli si finisce per domandarsi per quale ragione gli Americani si mettano cosi di impegno per comportarsi da idioti. Qualsiasi cosa facciano, sono dei “freak”, degli stramboidi, esagerati, fuori contesto, irrazionali. Dal comprare il bottiglione da venti litri di latte al pickup alto tre metri, passando per la pornografia e i tabù sessuali, la produzione continua di nuove sette religiose tutte con la bibbia in una mano e il fucile nell’altra, eccetera.

Ieri ascoltavo un signore americano che spiegava la fissazione degli Americani con Israele, a parte l’azione delle “lobby”, col fatto che i “Cristiani” ritengono che la Terra Santa debba essere tenuta dagli Ebrei perché questo è necessario per aprire le porte del Paradiso ai succitati “Cristiani” quando verrà la Fine del Mondo. Non ho capito. Però non ho fatto il minimo sforzo per approfondire. Infatti ho sperimentato i “Dianetici” e i “Testimoni di Geova” (altrimenti noti come Studenti Biblici) e i “Mormoni”.

Per capirci, i “Dienetici” si rifanno ad una setta fondata da uno scrittore di fantascienza e ritengono di essere discendenti di una specie aliena nativa del pianeta Nibiru condannata da un arci-cattivo galattico a essere privata del corpo e quindi hanno tutta una procedura per gestire l’incollamento più o meno traumatico di questi “spiriti” ai corpi viventi, nonché le memorie del passato a Nibiru che sono state rimosse e bloccate da meccanismi di auto-distruzione che portano alle malattie.

Approfondimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Scientology

I Testimoni di Geova sono una emanazione ennesima e tardiva del Protestantesimo per cui alcuni Pincopalla americani si mettono li a leggere la Bibbia, dopo avere selezionato i testi che secondo loro costituiscono la Bibbia “autentica” e sulla base di queste letture decidono quale sia il “vero significato” della “Parola di Dio” e di conseguenza come si devono comportare i fedeli. Non entro nelle dispute teologiche che mi sembrano la cosa più noiosa e inutile, fatto sta che li vedi andare in giro in due con la loro uniforme, che in sostanza è il vestito buono della Domenica, ognuno col borsello a tracolla, un po’ come i Carabinieri di Pinocchio.

Approfondimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Testimoni_di_Geova

I Mormoni si rifanno ad un tizio che affermava di avere trovato sepolte vicino casa in America delle tavolette scritte in “egiziano riformato” che dovrebbero contenere una specie di aggiornamento della Bibbia. Per capirci, il signore in questione leggeva le tavolette, evidentemente illuminato dal Signore, dopo averle messe sul fondo di un cappello a cui poi avvicinava il volto. Pare anche che Dio sia un signore che abita sul pianeta Kolob. Anche loro mandano in giro i giovani a fare i “missionari”, però la Nuova Gerusalemme sarà inevitabilmente negli USA.

Approfondimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Mormonismo

Niente di nuovo, per carità. Nel senso che in Europa abbiamo avuto secoli di guerre di religione quindi i nostri “Jesus freaks” erano peggio, molto peggio, di quelli americani. Se si va a ripercorrere la storia della Chiesa Cattolica, tanto dal punto di vista della dottrina che del cerimoniale, è un continuo rimescolare il minestrone aggiungendo o togliendo elementi eterogenei presi dai diversi contesti. Però parliamo del passato, un passato che fondamentalmente si è esaurito all’epoca di Voltaire. Non che a me piaccia il cosiddetto “Illuminismo”, che ha creato poi i mostri della moderna Massoneria, la quale, ironicamente, ha sede negli USA che sono il centro dell’Impero. Però è un momento storico che ha avuto il merito di mettere tutto in prospettiva, se vogliamo di “relativizzare” il concetto della Verità.

Concludo il flusso di coscienza. Se uno compra la “mountain bike” e “abbigliamento tecnico” perché i colleghi dell’ufficio ce l’hanno e poi è cosi divertente andare su e giù al parchetto la domenica, mi sembra che sia per riempire un vuoto, per dare un senso all’esistenza. Lo stesso motivo per cui uno si mette palandrana nera e colbacco in Palestina oppure per cui inneggia a Marx ed Engels numi tutelari della Classe Operaia.

Le cose con cui si riempie il vuoto possono essere più o meno perniciose, tanto per i singoli che la collettività. Ci può volere più o meno cinismo e odio per indottrinare le masse ad una cosa piuttosto che l’altra. Però il meccanismo è il medesimo.

Vuoto concettuale, morale e quindi esistenziale, venditori di menzogne e paradossi, gente che si trova a ripetere delle parodie.

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