Linux

Del fare le cose in maniera differente.

Sono sempre stato incuriosito da Linux. Sarebbe inutile scrivere l’ennesimo articolo sulla sua genesi e natura, vi rimando a Wikipedia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Linux

Per molti anni ho usato i computer con Windows e non avevo motivazioni sufficienti per investire tempo ed energia su qualcosa di differente. Ogni tanto davo una occhiata, facevo qualche prova ma poi lasciavo perdere. Allo stesso tempo non avevo ragione di aggiornare Windows 7 passando ad una versione successiva. Ad un certo punto però Microsoft interruppe il supporto per Windows 7 e questo significava necessariamente che anche le future versioni di tutti i programmi per Windows non avrebbero funzionato con Windows 7.

A quel punto dovevo scegliere se passare ad una versione di Windows successiva, cosa che mi avrebbe obbligato anche a cambiare i computer oppure fare finalmente il salto e passare a Linux.

La prima cosa che feci fu di comprare un “laptop” Dell economico con sopra Linux preinstallato, precisamente una versione già obsoleta di Ubuntu, che ho sostituito immediatamente con l’ultima versione di Xubuntu. All’epoca scelsi Xubuntu perché il desktop è gestito da XFCE, cioè un insieme di aggeggi che tutto sommato è facilissimo configurare in modo da mettere a proprio agio un utente che viene da Windows. Scelsi di proposito un PC con Linux preinstallato per essere sicuro che tutti i componenti fossero supportati.

Come dicevo, non ero del tutto digiuno della materia, negli anni con le mie prove a tempo perso avevo accumulato una discreta esperienza, per cui potevo partire già abbastanza spedito.

Per un po’ ho mantenuto un computer “desktop” con Windows 7 di riserva mentre usavo il “laptop” con Xubuntu Linux. Poi ho finalmente eliminato Windows.

La cosa fondamentale che una persona deve avere ben presente è che la scelta dello strumento dipende dall’uso che se ne vuole fare. Chi ha delle necessità specifiche, soprattutto in ambito professionale, per esempio deve necessariamente adoperare un certo software per Windows oppure un certo dispositivo che funziona solo con Windows, lo stesso vale per i prodotti Apple, non potrà usare Linux. Perché, anche se si riuscisse in qualche maniera ad assolvere le stesse funzioni, ci sarebbe comunque qualche inconveniente che renderebbe la scelta di Linux poco pratica.

Viceversa, ci sono casi particolari in cui conviene usare un certo software per Linux o un certo dispositivo che funziona meglio con Linux e la scelta di Windows sarebbe decisamente controproducente.

Poi c’è la “zona grigia” in cui Windows e Linux si possono sovrapporre, ognuno coi suoi pro e contro ma con un risultato sostanzialmente analogo.

L’errore è aspettarsi di fare le stesse cose nello stesso modo. E’ vero che gira e rigira con abbastanza esperienza è tutto la stessa minestra ma ci sono delle differenze filosofiche di base che bisogna capire e fare proprie.

Per farla breve, usando Windows ci si deve adeguare alle decisioni prese da altri, da Microsoft, dalle aziende collegate a Microsoft a vario titolo. Perché esistono determinati “prodotti” e “servizi”, nel bene e nel male quelli sono e l’utente paga per poi usarli con le modalità predefinite.

Con Linux, è vero che ci sono grandi aziende che contribuiscono con grandi investimenti ma non c’è una entità unica che controlla, coordina, decide, impone. Linux è un aggregato di software eterogeneo e disparato. Se da una parte questo può essere un problema perché le diverse parti vanno avanti ognuna per conto suo, dall’altra se non esiste un “prodotto” unico nessuno è obbligato ad usarlo o ad usarlo in un determinato modo. Entro certi limiti, ognuno può farsi un proprio “Linux” aggregando le cose che gli servono ed eventualmente aggiungendo software nuovo o modificando software esistente.

Un giorno vado ad installare una nuova versione di Xubuntu. Errore, va in crash l’aggeggio che serve per gestire la stampante. A questo punto potrei provare a risolvere l’errore ma è una cosa noiosa che di solito non ha successo. Potrei tornare alla versione precedente di Xubuntu e continuare ad usarla almeno fino a che non termina il supporto, potenzialmente anche oltre. Potrei cambiare la stampante. Oppure, posso cambiare distribuzione Linux.

Esistono varie organizzazioni che si occupano di selezionare il software eterogeneo in modo da pubblicare un insieme di sistema operativo, driver e programmi installabile su un computer, con diversi livelli di completezza e sofisticazione. Questo meccanismo si chiama “distribuzione” e le distribuzioni si dividono in “famiglie” o “alberi genealogici”, perché da una distribuzione “madre” derivano poi delle distribuzioni “figlie”.

Xubuntu è una “derivata” di Ubuntu che a sua volta è una “derivata” di Debian. Non avrebbe molto senso provare ad aggirare l’errore lamentato da Xubuntu con una distribuzione della stessa “famiglia”, quindi provo con la “madre” di una famiglia del tutto diversa, Fedora.

Problema risolto, una piccolezza, la stampante funziona. Fedora volendo ha uno “spin” analogo a Xubuntu, cioè basato su XFCE ma mi suggerisce di usare piuttosto Gnome, che ha una metafora del tutto diversa da quella del “desktop” tradizionale, assomiglia di più ad una interfaccia “touch screen”. L’avevo già provato Gnome e non mi aveva convinto ma adesso decido di mettermi d’impegno. Scopro cosi che Fedora fondamentalmente è la migliore distribuzione Linux disponibile, ovviamente sempre al netto di esigenze particolari. E’ tutto in due caratteristiche, primo la cura nei dettagli, la qualità generale che si percepisce, secondo nel fatto che Fedora si impegna non solo a fornire software il più aggiornato possibile ma anche a sperimentare ed introdurre per prima nuove tecnologie nell’ambito di Linux.

Dopo avere usato Fedora per un paio d’anni mi accorgo sia di quanto siano meno “rifinite” le altre distribuzioni che di quanto altri “desktop” siano inutilmente arcaici. Inutilmente perché non hanno le risorse per sviluppare ulteriormente il software che piano piano invecchia e muore.

Quindi, concludendo, se qualcuno è determinato a liberarsi di Windows e gli devo raccomandare una distribuzione Linux, senz’altro gli dico di cominciare da Fedora – Gnome.

In alternativa, potrebbe provare lo “spin” Fedora – KDE, dove KDE Plasma è un progetto competitivo tecnologicamente con Gnome e mantiene la metafora del “desktop classico”.

Le altre opzioni si prestano ad esigenze particolari oppure semplicemente sono retrograde, qualitativamente amatoriali, divertenti forse ma alla fine tempo perso.

Certo, a noi che usiamo Linux piace perdere tempo, infatti pratichiamo tutti, chi più chi meno, lo sport del “distro hopping”, cioè saltare da una distribuzione all’altra solo per vedere come va, cosa succede se mettiamo le dita nella presa della corrente, se andiamo con la bici su una ruota sola, cose cosi. Smontare le cose e rimontarle, cadere e rialzarsi, è il modo per imparare e ci si diverte anche.

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